Il vocabolario della crisi energetica
Energia, bollette, guerra, gas e luce segneranno i prossimi mesi. Ci prepariamo con un vocabolario emotivo.
Aumenti: è difficile starci dietro. Il megawattora nell’estate 2021 era a 100 euro, adesso va verso i 700/800. In periodi normali – ve la ricordate la normalità? – si viaggiava attorno ai 50. Se lo stipendio di chi lavora in ospedale fosse salito di un decimo rispetto all’aumento della luce avremmo la coda di medici e infermieri che chiedono di lavorare in Pronto Soccorso invece che scappare da turni massacranti, rogne e stipendi discutibili.
Il megawattora è un milione di watt. Ci puoi accendere due o trecentomila lampadine a Led. Poi conviene spegnerle.
Aumenti in bolletta: si stima nel 2023 un +75% sul 2022, che era già caro. Forse più, nessuno lo sa. Se siete emotivi o deboli di cuore sedetevi prima di aprire la busta della bolletta. Non fatelo da soli e tenete pronto un defibrillatore. Non trattenete dentro di voi lo smarrimento davanti alla cifra che leggete: uscite sul pianerottolo e ululate come un lupo siberiano.
Nord Stream 1: è il gasdotto che porta in Europa il gas siberiano. Costruito con molta tecnologia italiana, funziona dal 2011 e adesso, appena l’Unione Europea fa un passo verso il tetto al prezzo del gas, lui si guasta. Succede, dicono i russi, cosa vuoi farci. Sarà un caso?
Price cap: il tetto al prezzo del gas. Stabiliamo una cifra massima, più bassa dei prezzi attuali, per far risparmiare i paesi europei ma che rimanga comunque conveniente per la Russia. La Germania tituba: è talmente legata al gas russo che teme la ritorsione della chiusura totale. Anche i tedeschi tremano, l’avreste mai pensato?
Tuboni d’entrata: il gas del Nord Stream arriva a Tarvisio; quello algerino a Mazara del Vallo; al Passo del Gries, confine tra Verbano Cusio Ossola e Svizzera arrivano le forniture dal Nord Europa; a Melendugno, Lecce, c’è il Tap che porta gas dall’Azerbaigian. Gruppi di pensionati, abbandonata l’osservazione dei cantieri stradali, vi si recano e poggiano l’orecchio sui tubi: “Passa, dicono, mi pare bene”. E discutono di flussi, stoccaggi e riserve strategiche.
Quando non c’è il tubo ci sono i rigassificatori. Riportano allo stato gassoso il metano che è stato reso liquido per trasportarlo con le navi dagli Usa o dal Qatar, perché così occupa 600 volte meno spazio. Ce ne sono due in mare – al largo di Porto Viro, Rovigo, e tra Livorno e Pisa – e uno per terra, a Panigaglia, La Spezia. Si discute dove farne altri. Si dimentica che di gas sempre si tratta. E il gas alimenta il riscaldamento globale e il riscaldamento globale contribuisce a bloccare i reattori nucleari perché in estate i fiumi non hanno abbastanza acqua per raffreddarli e riduce la produzione da idroelettrico perché la siccità svuota le dighe e se fa più caldo aumenta l’uso dei condizionatori.
Risparmio energetico: è quando spegni la lampadina prima di uscire dalla stanza.
Efficienza energetica: è quando cambi la vecchia lampadina con una a led. Combinandoli con una precisa ricetta si può far crescere la loro potenza fino a creare la bomba energetica positiva: si esce dalla stanza e con il dito indice si spegne la lampadina a led.
Si sente un clic, Putin piange e il tuo portafoglio sta meglio.
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