Il sistema dei combustibili fossili è una trappola, dobbiamo uscire dal tunnel del gas e del petrolio: abbiamo già avuto 6 o 7 crisi energetiche in 50 anni, e invece di cambiare sistema ogni volta cambiamo fornitore». Il professor Nicola Armaroli non ha dubbi: la nostra politica energetica è tutta da rifare, e di corsa. Dirigente di Ricerca del CNR dal 2007, membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze e della Royal Society of Chemistry, segue i temi dell’energia, delle risorse e dell’ambiente.

Alla transizione energetica ha dedicato anche il suo ultimo libro, che fin dal titolo è un manifesto: “Un mondo in crisi. Gas, nucleare, rinnovabili, clima: è ora di cambiare”. «Tenuto conto – spiega – che il nostro obiettivo a livello europeo sarebbe di ridurre le emissioni clima-alteranti del 55% entro il 2030 rispetto al 1990, e che in 30 anni siamo scesi appena del 20%, abbiamo poco più di sette anni per raggiungere la meta. E dobbiamo farcela. Quella climatica è la crisi che aleggia su tutte le altre, svenarsi per sostenere le energie fossili è solo procrastinare: passeremmo da una crisi a un’altra».

Sul brevissimo periodo l’unica strada è risparmiare e adattarsi alla sobrietà energetica. Mentre nel medio periodo le energie rinnovabil, secondo Armaroli, sono le più abbondanti e accessibili a cui possiamo rivolgerci: «Abbiamo pompe di calore, smart grid, sistemi di gestione domanda-offerta sulla rete elettrica. Tutte tecnologie già disponibili sulle quali dobbiamo recuperare terreno, perchè abbiamo 20 anni di ritardi».

Se snellire le pratiche burocratiche che oggi rallentano l’allacciamento degli impianti fotovoltaici domestici è relativamente facile, ci vorrà molto di più per dotarsi di tecnici e installatori in grado di far funzionare la svolta green.
«La capacità industriale l’abbiamo – afferma il professore – ma teniamo conto che, come le tecnologie, anche le materie prime cambiano nel tempo e  sono tendenzialmente concentrate: il petrolio si trova in certi paesi, il litio in Sudamerica e Australia, il cobalto in Africa… Ogni paese, a spot, ne ha una. Nessuno può fare la transizione energetica da solo, soprattutto l’Europa: bisogna cooperare.  Dovremo uscire dallo scontro muro contro muro con la Russia, che è il paese più grande del mondo e tra i più ricchi di risorse».

Redazione

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